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Descrizione

La chiesa di S. Bernardino

La chiesa è stata eretta nel 1887 agli Airali, cioè fuori del recinto e sull”entrata venne collocata una lapide per ricordare l”avvenimento. La chiesa va sotto il titolo di San Bernardino e venne costruita dove in precedenza sorgeva una cappella dedicata a questo santo perché la tradizione lo vuole di passaggio a Casalotto almeno una volta in vita sua. Bernardino che apparteneva alla nobile famiglia degli Albizzeschi nacque a Massa Marittima l’8 settembre 1380. La sua persona è nota in tutto il mondo come S. Bernardino da Siena, perché in questa città trascorse molti anni della sua infanzia e parte della sua maturità. Questo frate francescano tanto amato e venerato dalle folle scrisse numerose opere in lingua latina. Egli resterà famoso per le sue prediche in volgare, cioè in lingua italiana, adatte ad istruire nella religione i fedeli che accorrevano ad ascoltarlo. Le sue prediche erano ricche di paragoni e di esempi e per questo motivo l'ascolto era piacevole.

Predicò instancabilmente in moltissime località ed era particolarmente devoto del nome santo di Gesù. Bernardino venne a mancare mentre si trovava a predicare a L’Aquila nel 1444 e fu canonizzato sei anni dopo la sua morte. La sua festa cade il 20 maggio. Alcune notizie sulla chiesa di S. Bernardino le abbiamo ricavate consultando il “Registro delle Deliberazioni” che copre un lasso di tempo che va dal 1857 al 31 marzo 1941, data che coincide con l’ultima seduta della Fabriceria. Nel 1909 venne costruito il muro di sostegno della strada che conduce al sagrato della chiesa, con la contestata sopraelevazione dell’anno 1927. Un importante restauro al campanile venne effettuato nel 1912 perché avente bisogno di pronta restaurazione atteso sia la prima sua fabbricazione lasciato

imperfetto. La spesa dell’intervento venne contenuta in Lire 1.250,- oltre a Lire 120,- per dotare tutta la struttura di un parafulmine. Nella circostanza venne collocato il secondo quadrante dell’orologio. Il 25 maggio 1885 i priori della chiesa di S. Bernardino vendevano una loro campana, avendola giudicata “superflua” alla vicina Confratemita della S. S. Trinità che ne era sprovvista. Il peso della campana era di Kg. 80 circa ed il prezzo venne convenuto in Lire 150,- pagabili in tre rate. Due delle tre campane che dal 1896 saranno presenti sul campanile, a diffondere i melodiosi rintocchi, vennero commissionate alla ditta F.lli Mazzola. L’impianto elettrico della chiesa venne donato nel 1914 dal parrocchiano Cav. Vittorio Robuffo che sostenne una spesa totale di Lire 259,40. L’interno della chiesa veniva abbellito con la statua della Madonna, donata nel 1924 dalle figlie di Maria. Tre anni dopo, pie persone a loro volta donarono la statua di S. Antonio ed il quadro della Madonna del Carmine. Venne commissionato anche il pulpito in marmo, in sostituzione di quello in legno, alla ditta F.lli Galeotti di Savona con una spesa di Lire 675,- compreso il trasporto. L’attuale Camposanto venne costruito all’inizio del Novecento ed in seguito ampliato. Quello precedente era attiguo alla chiesa dove oggi sorge un ampio slargo. Alcune salme di parroci trovarono una sistemazione nell’interno della chiesa. Nel 1902 la parrocchia acquistava un sito nel Camposanto, destinato ad accogliere le salme dei parroci e dei sacerdoti di Casalotto come “pure i preti forestieri che ne facessero richiesta ”. La spesa per la realizzazione venne contenuta in Lire 200,- oltre Lire 180,- a carico dell’allora parroco Don Giovanni Battista Rossi.

 

L’Asilo infantile S. Giuseppe

Nel 2005 venni incaricato di redigere il numero unico per festeggiare il termine dei lavori di ristrutturazione dei locali della Casa di Riposo “Lina e Luigi Ferraris” in Mombaruzzo. Nel contempo si volle anche rendere omaggio alle Suore della Congregazione Figlie di N. S. della Neve di Savona che dal lontano 1864 sono in paese con grande soddisfazione della popolazione. Inizialmente le Suore prestarono la loro lodevole assistenza presso il locale Asilo Infantile “S. Luigi”, quindi aprirono l’Orfanotrofio femminile “Casa del Sacro Cuore” e presso l’Asilo infantile “S. Giuseppe” a Casalotto.

 

Fra il fine Ottocento e l’inizio del Novecento gran parte dei nostri paesi si dotarono del proprio Asilo infantile. Anche Casalotto non si sottrasse a questa necessità sentita da tutta la popolazione che aveva in casa dei fanciulli piccoli. L’Amministrazione comunale di Mombaruzzo, nell'intento di agevolare gli abitanti della frazione, il 5 maggio 1909 aveva diramato un “Avviso d’Asta” per la costruzione di un edificio scolastico. Quasi contemporaneamente all’edificio scolastico venne presa in esame la costruzione di un Asilo infantile sulla quale diverse persone avevano espresso la loro disponibilità. Con atto 31 dicembre 1910, grazie alla munificenza del Cav. Giuseppe Vittorio Robuffo che ne curava personalmente la costruzione, l”Asilo infantile diventava realtà e l”anno seguente la pia istituzione divenne operante. Reperiti i locali idonei all”apertura dell’Asilo infantile agli Airali in Via S. Michele, a dirigere la struttura vennero inizialmente chiamate le Suore Luigine, in seguito le Figlie di N. S. della Neve di Savona, che presero possesso dei locali di Casalotto con autorizzazione del 16 settembre 1933. Le Suore non erano alla loro prima esperienza, poiché già dal 1864 operavano presso l'Asilo infantile nel Capoluogo e dal 1932 nella Piccola Casa del Sacro Cuore, l'Orfanotrofio femminile. Purtroppo, oltre alla lapide murata nella parete della casa che ospitò l’Asilo, non possediamo altra documentazione, per la distruzione dell’archivio nel 1944. L'attività dell’Asilo infantile S. Giuseppe di Casalotto ebbe vita breve: venne ben presto chiuso nel 1948 per mancanza di nuove leve; stessa sorte, più tardi, ebbe a subire la scuola elementare. La storia dell’insediamento di Casalotto è assai antica e si perde nella notte dei tempi: si è propensi nel ritenere che nei pressi passasse la strada che dalla Valle del Cervino andava a Bruno e a Incisa. L’insediamento esisteva ancor prima del Capoluogo, in epoca romana era indicato come “Casal de' Dagna” (dove abitavano i Dani) e la denominazione era ancora in vigore nella seconda metà del Cinquecento, traendo il nome dai Dagna, presenti sul territorio con numerose famiglie che vi abiteranno fino ai giorni nostri. Nel secolo XIX la famiglia Dagna venne riconosciuta nobile; nella loro lunga storia i Dagna ricopersero importanti incarichi in seno alla comunità e si diramarono in Acqui ed in altre località. Gli stessi Marchesi Pallavicini, feudatari di Mombaruzzo, si fregiarono del titolo di Conti di Casalotto.

fonte:  "iscrizioni antiche e moderne a Mombaruzzo nel Monferrato" di Giuseppe Scaletta






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